Progetto OLTRE I BANCHI

Premessa

In una realtà multietnica come quella romana in cui le culture convivono e si intrecciano da sempre, negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più un sentimento di intolleranza dovuta al discorso politico e mediatico ma anche all’incapacità di gestire la convivenza.

La Fondazione Intercammini insieme con le associazioni promotrici intende dare continuità all’esperienza vincente del laboratorio teatrale conclusosi nel mese di giugno con lo spettacolo teatrale “Banchi” al Teatro India, regia di M. Santopietro e la collaborazione del Coro multietnico Quintaumentata” che ha visto come protagonisti alcuni adolescenti stranieri, italiani senza passaporto (i cosiddetti giovani di seconda generazione) e italiani con passaporto, tra i quali una ragazza sorda.

Il progetto “Banchi”, intesi come banchi di scuola ma anche come  barriere tra le persone, intendeva dare voce, attraverso il linguaggio teatrale, alle problematiche ma anche alle potenzialità di adolescenti, limitati nella loro crescita da condizioni di marginalità di natura territoriale ( vivere alla periferia di una grande città), fisica o psichica (handicap), ma anche politica e sociale, come i ragazzi di seconda generazione  cresciuti a cavallo tra diverse culture,

Il gruppo che si è formato, ha saputo esprimere un clima di accoglienza e armonia tra le diversità che ha permesso una incredibile espressività al meglio delle loro potenzialità nello spettacolo finale. I ragazzi   hanno dimostrato di essere, nel territorio in cui vivono, il segno tangibile della possibilità di esprimersi e lavorare insieme in modo ricco e armonico, pur nelle diversità di linguaggi e background culturali dal punto di vista geografico e sociale.

Proprio per la preziosità di questa esperienza passata con il presente progetto si vuole andare “Oltre i Banchi”, riprendendo, continuando a portare avanti  tali  obiettivi  sostenendo il gruppo che si è creato, allargandolo ad altri ragazzi con simili caratteristiche  in una “educazione tra pari” che possa portare gli stessi o  migliori risultati facendolo diventare uno stimolo, segno di speranza  proprio in quei territori di periferia  dove vivono i ragazzi.

Settore e ambito di intervento

Inclusione sociale

Scopo generale

Promuovere e favorire la maturazione e l’integrazione di ragazzi con diverse esperienze di vita e diversi background culturali, favorendo una maggiore consapevolezza e fiducia in se stessi e nella relazione con l’altro, con la loro famiglia e nel territorio in cui vivono, tramite l’espressione artistica  teatrale.

Risultati attesi:

  1. Un laboratorio teatrale .
  2. Uno spettacolo/saggio al termine del laboratorio.
  3. Due repliche dello spettacolo in luoghi che non siano teatri: centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, scuole, centri di aggregazione giovanile.
  4. Due workshop interculturali destinati agli spettatori .
  5. Materiale multimediale come frutto e promozione del progetto
  6. 20 adolescenti formati al linguaggio teatrale.
  7. 300 persone sensibilizzate alle tematiche della emarginazione, intercultura, inclusione e integrazione socioculturale (genitori e famiglie, insegnanti e educatori, volontari e operatori)

Obiettivi specifici

  • Insegnare ai partecipanti gli elementi di base della formazione teatrale sia in maniera teorica che pratica educandoli al linguaggio teatrale di base e alla capacità di usare il teatro come strumento di espressione personale, di analisi della realtà circostante, finalizzando tutto a una consapevolezza culturale del proprio contesto socio-politico
  • Educare i partecipanti a vivere relazioni ricche e armoniche all’intercultura (ascolto attivo, empatia, mediazione) nel rispetto delle diversità anche con il coinvolgimento delle loro famiglie.
  • Sensibilizzare persone e luoghi del territorio di vita dei partecipanti alla ricchezza della dimensione interculturale.

Attività previste

Attività di formazione tramite:

  • un laboratorio teatrale di circa un anno con cadenza settimanale (corso di recitazione, studio di testi teatrali, giochi interattivi finalizzati al creare coesione, scambio, fiducia nel gruppo) destinato ad un gruppo di 20 adolescenti intercettati in centri di accoglienza, periferie urbane, scuole. Sarà mirato non solo ad attori ma anche a altri ruoli del mondo dello spettacolo (costumisti, scenografi, tecnici di messinscena).
  • attività parallele di educazione allo spettacolo (visione di spettacoli teatrali e di film sui temi dell’emarginazione, razzismo, convivenza, integrazione seguita da riflessioni e dibattiti).
  • Attività interculturali al fine di aumentare la consapevolezza della propria identità nel rapporto con gli altri rafforzando le capacità di gestire tale rapporto nel modo più aperto e libero possibile senza il limite di pregiudizi e stereotipi.

Attività di sensibilizzazione tramite:

  • lo spettacolo in un teatro di Roma. Lo spettacolo sarà realizzato e attualizzato  partendo dal testo “I giusti” di A. Camus che racconta gli attentati terroristici dei rivoluzionari socialisti russi che provocarono, tra il 1901 e il 1906 oltre duecento morti. Una storia raccontata attraverso i volti e le parole di alcuni ragazzi, fratelli, che si vedono crescere, confrontarsi ogni giorno, con la quotidianità e l’utopia di un’altra vita, possibile da ottenere, ma con sacrificio. È quindi una pièce sugli uomini, i loro umori, i loro pensieri, la loro vita. Storie di giovani speranze, di ragazzi melanconici e arrabbiati durante tutto il periodo della propria adolescenza. Testo magnifico, che sembra essere scritto proprio per la nuova  generazione che sta crescendo in Italia, offrendo, a nostro giudizio, un nuovo punto di vista sugli ultimi fatti di cronaca che coinvolgono gli immigrati ed i figli di immigrati in Europa.
  • Le repliche dello spettacolo/saggio in due luoghi periferici che non siano teatri (centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, scuole, centri di aggregazione giovanile) del territorio di provenienza dei partecipanti.
  • 2 workshop interculturali rivolti agli spettatori. Ad ogni replica dello spettacolo sarà associato un workshop di 3 ore che si concluderà con un pranzo multietnico. Gli spettatori saranno divisi in piccoli gruppi composti da massimo 15 persone e ogni gruppo sarà gestito da formatori e mediatori culturali coadiuvati da partecipanti al laboratorio teatrale. Nel caso della presenza di adulti (genitori, insegnanti, educatori) si formeranno gruppi di soli adulti. Nell’ambito del gruppo si sceglierà poi un portavoce che relazionerà a tutta la platea sul processo di realizzazione del prodotto e sul prodotto stesso